Intervista ad Antonella Rutigliano

Semplicemente … Vita

di Perla Lazzereschi 

Antonella Rutigliano pluri campionessa europea ciclismo paralimpico.

P: ciao Antonella, dove e quando sei nata?
A: sono nata a Milano il 29/04/1971

P: Da cosa dipende la tua disabilità?
A: da un incidente in moto

P: in che anno?
A: 1988, avevo 16 anni

P: che danni hai riportato dall’incidente?
A: paralisi plesso brachiale arto sinistro, danneggiate c5, c6, c7, frattura femore destro, rottura di quasi tutte le costole, forato polmone destro e sinistro, frattura alla mano sinistra e al braccio destro , frattura dodicesima e settima vertebra cervicale, rottura del timpano, trauma cranico, frattura mandibola e un mese di coma … tu pensa che mi avevano dato già l’estrema unzione…e invece. Se metto insieme tutti gli interventi che ho avuto esce il numero..37.

P: adesso la tua disabilità che cosa comprende?
A: lesione del plesso e rigidità del collo … non posso girarlo a sinistra. L’anno scorso poi ho avuto un altro incidente in allenamento e adesso ho un problema ai nervi della gamba sinistra.

P: qual’era la tua occupazione a 16 anni quando hai avuto l’incidente?
A: stavo facendo la scuola da infermieri … Il mio sogno era di diventare chirurgo.

P: e dopo l’incidente?
A: sono diventata economo dietista, ho studiato per 2 anni ingegneria biomedica e poi a poco più di 20 anni ho aperto una palestra.
Adesso sono la responsabile di un’altra palestra in centro a Milano.

P: che cosa insegni in palestra?
A: In palestra sono nata come istruttore di Body Building, successivamente ho iniziato ad occuparmi di riabilitazione post – trauma. Sono un’insegnante di pilates certificata, spinning, step, acqua running e tutti i corsi di tonificazione in genere. Mi considero un istruttore poliedrico in palestra … mi piace talmente tanto fare il mio lavoro che ci metto il cuore in tutto quello che faccio … ed è la mia arma vincente! Quasi tutti i miei clienti/amici mi adorano … anche se molti mi “odiano” perché li faccio lavorare troppo (che per me non è mai abbastanza). P: eri così sportiva anche prima dell’ incidente?

P: che cosa insegni in palestra?
A: no, ero una ragazza di 16 anni che praticava sport con “normalità” … basket, pattini, un po’ di nuoto. La vera passione per lo sport è venuta dopo

P: che cosa insegni in palestra?
A: no, ero una ragazza di 16 anni che praticava sport con “normalità” … basket, pattini, un po’ di nuoto. La vera passione per lo sport è venuta dopo

P: quali sono i tuoi sport da dopo l’incidente?
A: dopo l’incidente ho cominciato a correre in macchina … per 11 anni sono stata  insegnante di fuoristrada ed Ho fatto gare automobilistiche in fuoristrada … questo è stato quello che mi ha riportato alla vita … poi il quad … ed alla fine la bici.
Per 4 anni ho pure fatto kick boxing poi ho abbandonato, il mio allenatore non voleva farmi combattere, diceva: ti colpiranno tutti al braccio sinistro..
Ma per me gareggiare e vincere sono 2 cose fondamentali … Per cui alla fine ho mollato … mancava il meglio.

P: parlami del tuo incidente..
A: all’inizio non capivo niente … non potevo parlare .. non potevo scrivere.
Poi ho cominciato a scrivere e mi hanno spiegato … ma ancora non avevo capito bene .. poi un giorno mi hanno messo su una sedia a rotelle e mi hanno fatto uscire dalla stanza, nel corridoio … li c’era uno specchio e così, per la prima volta, mi sono vista dopo l’incidente … avevo perso 22 kg, le cicatrici, i ferri, i capelli a chiazze .. Non ero più io.
Così ho capito .. è stato un duro colpo.

P: parlami della tua riabilitazione..
A: la mia riabilitazione …Tantissima per almeno 5 anni è stata la mia unica ragione di vita. Riabilitazione in ospedale, a casa con il fisioterapista e da sola,  in palestra in piscina,  elettro stimolazione a casa e in ospedale erano le attività quotidiane dal lunedì alla domenica … E ancora adesso la faccio, attraverso il mio lavoro…alla fine dei giochi ho recuperato deltoide e bicipite … non poco.

P: qual’è stata la rinuncia più grande per colpa di quest’incidente?
A: ho dovuto rinunciare a fare il chirurgo. Rimettersi in discussione non è stato semplice.

P: quand’è che ti sei riaffacciata alla vita?
A: da quando ero a letto subito dopo l’incidente .. perché ho deciso che volevo guarire … così mi sono detta: qui bisogna lavorare duro..
Non sapevo nemmeno se sarei tornata a camminare … ho pensato esclusivamente a guarire … poi tutto questo l’ho trasformato nel mio lavoro.

P: in cosa sei diventata migliore da dopo l’incidente?
A: praticamente in tutto … nell’apprezzamento della vita, mi sono focalizzata non su quello che avevo perso ma su quello che potevo ancora fare.
Quando ti succede una cosa così hai 3 possibilità:

  1. morire
  2. sopravvivere
  3. vivere

Io ho scelto di vivere..di vivere ALLA GRANDE

P: quando hai cominciato con il ciclismo?
A: 4 anni fa grazie ad un amico Paolo Viganó, pluricampione paralimpico.
Lui mi propose di iniziare a competere …io non avevo mai “pedalato”..avevo una bici del decatlon …la prima competizione a cui ho partecipato era una coppa del mondo, è stato un disastro…mi hanno mandato allo sbaraglio..alla fine della gara hanno dovuto chiamare un’ambulanza per me. È stata durissima, senza una giusta assistenza ed in una categoria sbagliata.

P: E dopo, le tue più belle vittorie?
A: ho vinto 6 titoli italiani e qualche coppa europea..molto bella la coppa Europa dell’anno scorso.

P: obbiettivi per il futuro?
A: Obiettivi x il futuro, riuscire a partecipare ai campionati del mondo su pista 2017. Prepararmi talmente bene x essere pronta per le olimpiadi 2020. Riuscire nel mio progetto, la promozione dello SPORT E DISABILITÀ. ..io vorrei condividere la mia esperienza con le persone disabili e non per portare un messaggio…QUANDO TUTTO TI SEMBRA FINITO …È PROPRIO LÌ CHE TUTTO HA INIZIO.

P: quanto ti alleni?
A: io lavoro 12 ore al giorno … di queste 12 ore un paio le passo ad allenarmi ma non sempre in bici.

P: senti Antonella, ad oggi, come ti senti?
A: sono estremamente soddisfatta della mia vita, non la cambierei con niente al mondo, la paralisi del plesso è una mia caratteristica non sarei quella che sono senza di lei. Io mi piaccio cosí..certo se mi guardo allo specchio sembra che sono stata in guerra..o come mi hanno domandato un giorno: scusi ma lei è caduta su una vetrata?

P: ti capita spesso di avere incidenti in allenamento?
A: se fai una vita intensa sono i rischi del mestiere ed io non sono una che si risparmia..anche se dall’ ultimo incidente in allenamento l’anno scorso cerco di stare un po’ più attenta…
Peró comunque…continuo a fare quello che mi va di fare.

P: parlami della tua vita lavorativa..
A: Le palestre, normalmente, sono viste come i templi del benessere e gli istruttori  come degli “dei” e io, che proprio tutto ‘sto benessere non lo sprigiono, tutto sommato non ho mai avuto grandi problemi. .. la crisi non l’ho mai accusata, lavoro tanto e con tanta passione.

P: che influenza ha avuto lo sport nella ripresa della tua vita dopo l’incidente?
A: allo sport do il 100% del merito..in un momento in cui la mia vita sembrava non avere più senso lo sport mi ha fatto sentire in grado ancora di dire la mia.

P: ed il dolore?
A: il dolore mi accompagna 24 ore al giorno 365 giorni l’anno con picchi più o meno acuti…ma io non prendo niente…solo un blando antinfiammatorio quando ho la febbre. Il segreto per governare il dolore è tenere occupata la mente..io nella maggior parte del tempo lo faccio attraverso lo sport o con il lavoro.
Chi non fa niente e si lamenta sente più dolore.
A me sembra di avere la mano nel frullatore ma non per questo mi devo rimbambire e non essere lucida nella mia vita.

P: che cosa diresti ad un amico che è appena stato ricoverato in ospedale con una lesione del plesso?
A: gli direi: pensa a tutto quello che hai ancora e non a quello che ” forse” hai perso…e poi gli direi di mettere al primo posto la riabilitazione.

P: e per te qual’è la lezione più grande che quest’incidente ti ha donato?
A: ho imparato a non arrendermi mai…io mi documento e poi ogni cosa…me la vado a prendere.

Antonella che bella che sei e che bello è stato per me ascoltare le tue parole.
E che facile che è stata quest’intervista … quasi non riuscivo a farti le domande che tu già anticipavi tutte le risposte.
Così è uscito un pezzo di vita … come un fiume.
Hai presente un fiume Antonella?
Quello non si ferma mai … non si può fermare … è la sua natura.
Semplicemente scorre … e travolge.
Un abbraccio … immenso … a Te e buona ciclo pedalata da Londra alle Marche.

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Ultimo progetto di Antonella Rutigliano: una ciclo pedalata, a ritmi sostenuti, da Londra alle Marche per promuovere l’ idea di sport e disabilità … perché lo sport aiuta ed unisce.

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